Rinvio in vista per i pagamenti di Unico. Anche se la lunga attesa del programma
(Gerico) per calcolare i ricavi del periodo d'imposta 2008 in base agli studi di
settore con i correttivi anti-crisi (segnalata sul Sole 24 Ore del 17 maggio)
dovrebbe concludersi a breve, ormai la scadenza "naturale" dei versamenti –
fissata al 16 giugno – è alle porte. Così prossima che ieri i presidenti delle
associazioni di artigiani e commercianti (Casartigiani, Cna, Confartigianato,
Confcommercio e Confesercenti) hanno scritto al ministro dell'Economia, Giulio
Tremonti, per chiedere il rinvio del termine per i pagamenti dal 16 giugno al 16
luglio senza la maggiorazione dello 0,40%: una proroga che potrebbe riguardare –
hanno scritto i presidenti delle associazioni – solo i 3,5 milioni di
contribuenti che applicano gli studi di settore.
Un rinvio inevitabile, a
sentire gli operatori. E se il ministero, per ora, non lo concede ufficialmente,
fonti informali confidano che la richiesta con tutta probabilità sarà accolta da
Via Venti settembre. Del resto la proroga – spiegano i rappresentati di
artigiani e commercianti – è necessaria perché anche una volta rilasciato il
programma, «le software house avranno comunque bisogno di tempo per mettere a
punto i pacchetti applicativi». Di conseguenza, «dato che manca poco al 16
giugno, i contribuenti e gli operatori che li assistono non saranno nelle
condizioni di rispettare l'adempimento».
La voce delle associazioni si è così
andata ad aggiungere a quella dei consulenti del lavoro. Che già nei giorni
scorsi avevano sostenuto la necessità di rivedere le prossime scadenze. Ieri,
anche i dottori commercialisti si sono rassegnati alla necessità di prorogare
della scadenza del 16 giugno: «Condividiamo la richiesta di spostare di un mese
il termine dei pagamenti e di far saltare la maggiorazione dello 0,40%», ha
assicurato il presidente del Consiglio nazionale della categoria, Claudio
Siciliotti. «È triste che si debba ricorrere al solito rinvio, ma questa volta
non è colpa di nessuno. L'attesa è dovuta alla crisi e alla volontà di adeguare
Gerico, accogliendo le richieste degli operatori: ma ormai siamo troppo a
ridosso del 16 giugno». Più drastica la posizione dei giovani dottori
commercialisti dell'Ungdcec, che già martedì avevano chiesto di disapplicare gli
studi di settore con riferimento ai redditi dichiarati nel modello Unico 2009.
Mentre i tributaristi dell'Int hanno scritto a Tremonti per chiedere non solo il
rinvio dei pagamenti al 16 luglio senza maggiorazione ma anche la riduzione del
primo acconto dal 40 al 20 per cento.
Il disagio dei contribuenti è raccolto
anche dall'opposizione. Ieri il responsabile della finanza pubblica del Pd,
Stefano Fassina, ha detto che «il Governo dovrebbe acconsentire al rinvio». E ha
sostenuto che occorre «una riflessione più di fondo sullo strumento degli studi
di settore»: che diventano, anno dopo anno, «un puzzle sempre più complicato e
iniquo, una minimum tax» e che, per Fassina, «vanno superati».
Per
quest'anno, comunque, Gerico in versione anti-crisi dovrebbe essere in dirittura
d'arrivo. Tremonti ha infatti firmato il decreto che permette la revisione degli
studi di settore (il testo è pubblicato qui sotto). E l'agenzia delle Entrate ha
assicurato che a strettissimo giro sarà reso disponibile il nuovo programma. Che
intanto ieri è stato "mostrato" in anticipo agli operatori nel corso della
videoconferenza organizzata dalle associazioni di artigiani e commercianti e
dalla società per gli studi di settore (la Sose).
«Il nuovo Gerico di primo
acchito pare complesso – ha ammesso Andrea Trevisani (Confartigianato) – perché
sono state aggiunte nuove funzionalità a un sistema sofisticato: bisogna
prendere confidenza con le novità e dopo verificare, caso per caso, l'efficacia
dei correttivi». Dagli operatori non sono mancate le richieste di miglioramenti:
«Abbiamo chiesto che il sistema mostri i "passaggi" anche quando un contribuente
non congruo diventa congruo con l'applicazione dei correttivi», hanno detto
Claudio Carpentieri (Cna) e Baniamino Pisano (Casartigiani). Inoltre, ha
sottolineato Antonio Vento (Confcommercio), «l'amministrazione si è dichiarata
disponibile a correggere il sistema se utilizzandolo gli operatori rileveranno
criticità diffuse». L'aspettativa, comunque, è che il prodotto funzioni: «Ci
sono le premesse – secondo Marino Gabellini (Confesercenti) – perché i
correttivi siano efficaci».